Che c’è di nuovo?


Non nutro aprioristica fiducia in Renzi.

Penso piuttosto che abbia legato la ragione prima del suo consenso all’essere “nuovo”, “veloce”, “diverso” rispetto ai precedenti.

Ora, secondo me l’affermazione (vera o no) “chi ce lo fa fare?” era politicamente fondata.

E questo è indubitabilmente quello che pensano tutti quanti stanno declinando (cortesemente) l’offerta di altrimenti prestigiose (e golose) poltronissime.

E non si discute nemmeno di potere o emolumenti, ma proprio di visibilità. Onore, se volete, come avrebbero detto un paio di millenni fa.

Via via i vari Barca, Calvi, Reichlin solo per citare quelli che si conoscono.

Ma fanno bene? Mi spiego.

La mossa di Renzi è sicuramente un azzardo. Quanto sia stato costretto dagli eventi probabilmente si saprà tra qualche tempo.

Quanto gli eventi si siano mescolati con una impronta tipica del suo carattere, probabilmente si può valutare da subito.

Certo non è uno che ama giocare in panchina.

Si è detto, che la maggioranza di questo governo nasce li dove era morta quella del governo precedente.

Spero e credo che Renzi – pur costretto – abbia valutato bene eventuali scenari di riserva.

A buon intenditore, poche parole… vero Angelino?

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